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Tommaso Aiello

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Immigrazione tra ombre e luci di Tommaso Aiello

2011-12-25 00:00

Tommaso Aiello

Immigrazione tra ombre e luci di Tommaso Aiello

E’ fuor di dubbio che la società multietnica è oggi una necessità e una realtà,ma che,lungi dall’essere un sogno colorato e poetico,un ritratto di un

E’ fuor di dubbio che la società multietnica è oggi una necessità e una realtà,ma che,lungi dall’essere un sogno colorato e poetico,un ritratto di un mondo felice,sereno,appagato e fiero di sé,è un fenomeno contraddittorio,assolutamente non governato.Partiamo dalla domanda,e cioè dal bisogno di forza lavoro,nell’industria,nei servizi,nell’agricoltura,che la debole demografia del nostro paese e la qualificazione di massa dei nostri giovani non riesce ad accontentare.Ovviamente,è impensabile che il contatto avvenga a distanza,tra Italia e paesi d’origine,con la vecchia figura dello sponsor.Spontaneamente,il contatto tra domanda e offerta avviene sul luogo,con le complicazioni che nascono dalla necessaria messa in regola dell’assunto,se è appena approdato in Italia.Questo non fa altro che esaltare e legittimare il canale principale dell’immigrazione,e cioè l’immigrazione clandestina.Un fenomeno che alimenta la criminalità del traffico,le tragedie in mare,e tiene aperto un canale ingovernato per cui viene in Italia chi vuole,non chi vogliamo noi.Basterebbe aprire i consolati italiani all’estero,snellire le pratiche,distribuire le quote paese per paese,aver sempre presente la domanda, tenere addirittura dei corsi professionali e di lingua:in poche parole preparare l’integrazione,promuovere l’immigrazione di cui abbiamo bisogno,e scoraggiare quella che non serve,quella che alimenta esistenze marginali ai semafori o                                                                                                  Sbarco di immigrati in Sicilia

peggio nella criminalità.Gli sbarchi però continuano senza sosta,anche se negli ultimi tempi con i nuovi decreti legge del governo Berlusconi,la vita per gli immigrati diventa sempre più difficile.Il destino di questi”temerari per bisogno”già si conosce.Il loro coraggio non verrà premiato.Molti ci riproveranno,raccoglieranno nuovamente,nelle maniere che potranno,i soldi da dare agli infernali traghettatori,e affronteranno,sfidandola,di nuovo la natura e il fato,con la speranza di  potersi costruire una nuova vita,magari lontano dalle guerre,dagli stenti,dalla fame.C’è però chi ce l’ha fatta,molto probabilmente dopo essere sbarcato sulle coste isolane,dopo traversate al limite della sopravvivenza,ed è riuscito a rimanere in terra siciliana impegnandosi quotidianamente nell’arduo compito di riuscire ad integrarsi dignitosamente all’interno di un tessuto straniero.Questi devono affrontare altri problemi ma la loro vita è salva.La scarsa conoscenza della lingua italiana,la mobilità lavorativa dei genitori,la frequenza dell’anno scolastico a corsi inoltrati sono tra le cause che determinano la dispersione scolastica degli alunni immigrati in Sicilia. Ma qual è l’atteggiamento generale degli italiani verso il fenomeno immigratorio?Qualche anno fa Renato Mannheimer fece un sondaggio sull’immigrazione dal quale si evince che gli italiani pensano che gli immigrati costituiscono un mondo a sé,e che il processo di integrazione non funziona e crea pericoli.Questa è la percezione sociale diffusa,la quale però dà un elemento di preoccupazione perché il nostro atteggiamento verso il fenomeno migratorio è di sospetto.Il 31% ritiene che sia un fenomeno inevitabile e ben il 35% sostiene che è  un fenomeno che va fermato.Però poi lasciamo che tutto vada come va.C’è chi agita bandiere di solidarietà e pietismo vuote,-accogliamo tutti ma poi ci disinteressiamo della dignità degli arrivati -,chi bandiere rassegnate di allarme e di paura.

Manifestzione di protesta degli immigrati.

Molti hanno la sensazione che questo sia un paese dove tutto è possibile,e perfino le espulsioni sono virtuali.Tutto possibile, tranne la vera integrazione;chi nel Terzo mondo,voglia davvero farsi strada,chi ha i numeri per studio,qualificazione,desiderio di fare,non punta all’Italia,come meta dei suoi sogni.Dietro queste constatazioni c’è lo scenario della cronaca quotidiana,con la maggioranza silenziosa degli immigrati per bene che stenta ad inserirsi,e una consistente minoranza che riempie le cronache dell’insicurezza:il 36% degli omicidi viene commesso da stranieri.E la confusione in fatto di libertà religiose:ci inquietiamo davanti ad ogni nuova moschea,ma fatichiamo a renderci conto che,in termini assoluti,la comunità musulmana in Italia è la quarta in Europa.Dovremmo auspicare la costruzione di luoghi di culto,non solo tollerarla,come un segno distintivo delle nostre libertà.Ma dovremmo anche promuovere un’educazione alle libertà,un dialogo non melenso sulla reciprocità delle libertà,sulla laicità della legge,sui diritti individuali,a cominciare da quelli della donna.

L'integrazione è possibile?Si,se lo vogliamo.

Non facciamo nulla di tutto questo,e siamo costretti a sperare nel potere fisiologico della società di autoregolarsi.Ormai i figli degli immigrati in Italia hanno superato il milione e nonostante la nostra scuola disastrata,nonostante le pastoie burocratiche che rendono difficile il riconoscimento di cittadinanza,la speranza è che tra loro non ci sia solo qualche atleta di successo(Amauri,Balotelli,Howe),ma un gran numero di cittadini nuovi.

Tommaso Aiello Vice-Direttore della rivista Distrettuale “Lions Sicilia”

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